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Storie di vita

Una mano tesa che ha cambiato tutto

Trovare la propria strada non è facile, soprattutto quando si è giovani e si sta attraversando una fase complicata della propria vita. Può succedere di non sapere quale direzione professionale prendere e, talvolta, di fermarsi nel bel mezzo di un percorso.

Ma cosa vuol dire vivere questo all’interno del Carcere di Bollate? Come scovare il proprio talento e dare voce alle proprie passioni?

Ce lo racconta Massimo, 28 anni, dipendente di bee.4 altre menti da quasi cinque anni che oggi coordina le attività di imballaggio e assemblamento.

“Era il Marzo del 2018 quando sono entrato in bee.4 per la prima volta, avevo 23 anni. Ho iniziato a lavorare per la commessa Wind3 occupandomi delle attività di back office e call center e ho continuato a farlo per i successivi quattro anni.

Avere un’occupazione era importante proprio come lo è adesso per il ruolo fondamentale che questa ha soprattutto dal punto di vista sociale e personale. Inoltre, in bee.4 ho trovato fin da subito un ambiente accogliente che mi ha stimolato a costruire una professionalità.

Eppure mi rendevo conto di non riuscire a vivere con soddisfazione le mie giornate.

Nonostante il diploma in ragioneria mi predisponesse al lavoro d’ufficio, questo portava la mia testa a riempirsi di pensieri che si accumulavano a tensioni personali. Oggi so anche che c’erano ancora diverse cose che dovevo capire di me stesso.

È stato in uno dei momenti di maggior difficoltà che ho avuto una reazione sbagliata, la quale mi ha provocato un provvedimento disciplinare e una sospensione dal lavoro di circa un anno.

Qui bee.4 ha giocato un ruolo cruciale: se non fosse stato per la negoziazione fatta con la Direzione del Carcere probabilmente il mio reinserimento lavorativo non sarebbe stato possibile. L’ho temuto più di una volta e quando mi hanno detto che, invece, avrei potuto riprendere la mia attività, ho tirato un sospiro di sollievo. Sapevo di averne bisogno, come persona e come lavoratore.

Sono rientrato sulle attività di call center e, nel giro di poco tempo, ho sentito che tornava a mancarmi la tranquillità e che non ero focalizzato. Avrei potuto dare di più sul lavoro ma non ci riuscivo.

Bee.4, che per me è stata un punto di riferimento nel mio percorso, aveva insistito e si era messa dalla mia parte perché avessi una seconda chance. Non volevo deluderli. Ho scelto quindi di farmi coraggio e parlare, spiegare il mio malessere e scusarmi per non essere performante come avrei dovuto.

Ancora una volta da parte loro ho avuto una mano tesa ed è stata la mano che ha cambiato tutto.

Sono stato spostato sulle attività di magazzino e oggi gestisco le commesse per Masidef e per l‘ultima fase di Seval. Ho ottenuto quasi subito un ruolo di coordinamento che mi ha motivato più di quello che mi aspettassi. Sentirmi sulle spalle la responsabilità del buon funzionamento di un intero processo mi spinge a fare del mio meglio ogni giorno.

La varietà degli aspetti di questo ruolo, il movimento continuo, il passaggio fra aspetti diversi delle stesse commesse, mi fa sentire sereno e stimolato come non mi sentivo da tempo.

Non è da tutti dare una seconda possibilità professionale all’interno di quella che è già in sé una seconda possibilità. Ringrazio bee.4 per aver visto in me quello che ancora io non ero in grado di vedere.”