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Storie di vita

Storie di ordinaria emarginazione

Domenica sera 3 settembre, in pieno centro a Milano, è andato in scena il tentato furto con annesso inseguimento per assicurare alla Giustizia i pericolosi malviventi che si erano impossessati del prezioso orologio del pilota di formula 1 Carlos Sainz. I giornali hanno dato ampio risalto a questo deprecabile atto micro criminale.

Più o meno alla stessa ora, in zona Stazione Centrale la nostra collega Gloria (nome di fantasia) subiva il furto con destrezza del suo telefono cellulare e del portafogli, con tanto di documenti e trecento euro in contanti, crediamo che anche la sua storia vada raccontata.

Ma cosa è accaduto davvero a Gloria?

Non appena si è resa conto di essere stata derubata Gloria ha ritenuto opportuno recarsi presso il posto di Polizia a lei più vicino in quel momento per denunciare l’accaduto. Erano circa le 19…

Inizia da lì un’odissea che si concluderà circa 9 ore dopo quando una coppia di ragazzi romeni presterà aiuto a Gloria riaccompagnandola a casa, ponendo fine ad un viaggio nell’assurdità dell’essere straniero in questo paese.

Gloria guarda fuori dalla finestra

Gloria è affidata in prova al servizio sociale, è stata detenuta in carcere a Bollate e grazie alla bontà del suo percorso è stata ammessa dapprima al lavoro all’esterno, quindi a questo ulteriore beneficio che le permette di scontare la parte finale della sua condanna lavorando e vivendo all’esterno pur dovendo rispettare una serie di prescrizioni.

Gloria è una ragazza “tosta” una che combatte che non si dà mai per vinta, una che ogni giorno si fa due ore di treno all’andata e due al ritorno per lavorare a Colico alle porte della Valtellina, sul posto di lavoro è conosciuta come una persona che si impegna, che non si perde in parole, ma che si dà da fare …

Gloria è molto scrupolosa nel rispetto delle regole che le sono state imposte … lo è sempre stata anche quando si trovava in art 21. Domenica sera la sua prima preoccupazione quando si è accorta di non avere più soldi, telefono e documenti è stata: “come faccio a rientrare a casa in tempo? Come posso avvertire le forze dell’ordine?” per questo motivo ha deciso subito di andare a denunciare quello che le era accaduto.

Non aveva fatto i conti però con un sistema che è tutto fuorché perfetto e che per quanta retorica si spenda per evidenziarne l’adeguatezza, talvolta si rende protagonista di vicende al limite dell’incredibile … specie nei confronti delle persone che sono meno in grado di tutelarsi … a quelli più vulnerabili, a quelli che faticano a far sentire la propria voce.

Gloria dicevamo entra in questo posto di Polizia alle 19… e da allora le viene detto di attendere l’arrivo di un fantomatico ispettore, il solo che avrebbe potuto ricevere la sua denuncia… Gloria cerca di spiegare la sua situazione … che è in affidata in prova, che deve rientrare in casa, che ha delle prescrizioni da rispettare … nulla motiva i presenti a prenderla sul serio, anzi in tutta risposta si sente chiedere per quale reato fosse stata condannata … “per dei furti” risponde Gloria “e allora di cosa si lamenta signora … quello che le è accaduto è il minimo che le poteva capitare”

Passa il tempo, arrivano le 21, si avvicina l’ora in cui Gloria deve essere reperibile a casa per i controlli, nessuno nel posto di polizia ha segnalato la sua presenza lì giustificando l’eventuale assenza a casa, di questo ispettore ancora nessuna notizia, Gloria è esasperata da questa inutile attesa, è scoraggiata, decide di andarsene per trovare un modo per rientrare a casa … ma appena fuori … complice l’agitazione del momento, le preoccupazioni, il caldo ha un malore … perde conoscenza proprio fuori dal posto di Polizia … bontà loro gli agenti in servizio si premurano di chiamare un’autoambulanza per soccorrerla …

Gloria viene condotta al pronto soccorso dell’ospedale Sacco di Milano … sono ormai giunte le 22 … Gloria ha avuto un abbassamento di pressione repentino … nulla di grave, viene tenuta in osservazione fino a circa l’una del mattino … e quindi viene dimessa senza che le sia consegnato alcun referto. Lei spiega di non avere un soldo di non sapere come poter rientrare a casa di non avere un telefono … le viene detto di trovare autonomamente un modo per tornare a casa.

È notte fonda … la zona non è delle migliori … Gloria è stanca, provata dall’esperienza che sta vivendo, e dall’assenza di riconoscimento e aiuto che gli interlocutori che sta incontrando le stanno dando.

Purtroppo non è ancora finita

Gloria cerca di prendere il mezzo pubblico, nelle vicinanze dell’ospedale c’è una fermata della metropolitana, anche se a quell’ora della notte i treni non sono molto frequenti … Gloria si incammina verso la stazione della metro.

Dalla strada giunge un auto con a bordo tre persone … non paiono bene intenzionati …  in attimo … l’auto si accosta scendo i passeggeri e cercano di prendere Gloria … sono istanti terribili … concitati, Gloria urla si dimena, cerca di resistere alla violenza assurda che sta subendo.

Per la strada per fortuna è presente un passante che vista la situazione ed il tentativo di violenza reagisce unendosi alle urla di Gloria … i tre, sentono che la situazione non è ideale per portare a termine il loro disegno criminale e si dileguano rientrando in auto.

Gloria è terrorizzata. Torna in ospedale, cerca di raccontare alla guardiana della portineria quello che le è appena capitato … e in tutta risposta questa le dice di prendersi una sedia e dormire lì … che a mattina avrebbe potuto andarsene.

Gloria non ci sta. Vuole rientrare. Sa che sta rischiando. Dalle 19 ha passato 2 ore in un posto di Polizia e quindi in un ospedale … ma di questo non c’è traccia formale da nessuna parte … in caso di un controllo sa di essere scoperta.

Insiste torna al pronto soccorso spiega quello che le è accaduto … e finalmente trova questa coppia … che decide di accompagnarla a casa. Sono quasi le 4 del mattino.

Quando mi hanno raccontato questa storia ho subito pensato che Gloria avesse voluto coprire qualche sua marachella cercando alibi poco credibili inventando una storia sopra le righe … mi dicevo che questa concentrazione di storture fosse davvero poco credibile. Poi il giorno seguente sono riuscito a parlare dapprima con la responsabile della struttura di accoglienza in cui Gloria risiede e quindi con lei che, ancora sconvolta per quello che le era accaduto, mi ha confermato tutti i pezzi della vicenda … con una lucidità ed un intensità emotiva tali da lasciare poco spazio a dubbi.

Mi sono detto che la colpa più grande di Gloria è probabilmente quella di essere una donna dell’est che non parla bene l’italiano. Una donna sola … senza affetti a lei prossimi che la potessero supportare in un momento di difficoltà. Una persona vulnerabile fragile, impaurita dalle conseguenze legate al mancato rispetto delle prescrizioni.

Ha pensato di rivolgersi alle Istituzioni … ricevendone in cambio un trattamento da NON cittadino … facendole capire il niente che per loro contavano le sue paure, le sue preoccupazioni … le sue difficoltà. Ha cercato aiuto e ha trovato solitudine, dileggio ed esposizione a rischi.

Non credo ci siano ulteriori commenti da fare rispetto a questa vicenda … emerge solo amarezza ed un senso di profonda riprovazione e rigetto verso tutte quelle persone incaricate di un servizio Pubblico a tutela delle persone che si permettono di fare classifiche e valutazioni circa il tipo di trattamento da riservare ai cittadini … discriminando nei fatti quelli più in difficoltà. I diversi, quelli che sono in situazione di avere più bisogno di noi.

Gloria ha ripreso a lavorare lunedì … con tanta fatica … ma anche con la voglia di non interrompere la percorso che ha iniziato.