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Nella notte tra lunedì e martedì scorso la nostra collega Antonella se ne è andata… discretamente, silenziosamente, senza dare disturbo a nessuno, come suo costume.

Solo il giorno prima eravamo stati a visitarla per consegnarle una fiammante sedia a rotelle che avrebbe dovuto aiutarla nei suoi spostamenti all’interno della sua casa a Milano.

Antonella combatteva ormai da anni con una condizione fisica davvero precaria, con tante magagne che la attanagliavano, nonostante questo il suo spirito, la sua energia e voglia di fare restavano sempre altissime, una vera e propria sorgente inesauribile di stimoli e di buoni suggerimenti.

Dentro a quel corpo tanto tormentato e fragile dimorava una forza di volontà ammirevole, sempre presente ancorché a distanza nell’ultimo anno, sempre attenta a verificare il lavoro dei suoi ragazzi, sempre vigile sulla tenuta dei nostri impegni nei confronti del cliente e pronta a intervenire per richiamare tutti all’ordine quando era necessario.

“Eri proprio una dura, faceva impressione l’idea che tu nonostante tutto non avessi alcun timore reverenziale di fronte agli uomini corpulenti e muscolosi con cui avevi a che fare… se c’erano cose da dire, tu andavi fino in fondo senza esitazioni.

Memorabili le prediche in sala, in cui mettevi tutti in riga quanto ce n’era bisogno. Sei stata un manifesto di resilienza, attaccamento alla causa, dedizione e amore per il Tuo lavoro. 

Sempre disponibile al confronto, acuta nell’ individuare i nessi di causalità nelle situazioni più ingarbugliate, saggia nel trovare le parole giuste per motivare la truppa riconducendo al senso il lavoro di tutti.

Grazie Antonella per tutto l’impegno, la passione ed il senso che hai messo in questo lavoro.. ci
hai regalato tanti preziosi insegnamenti

A noi che prendiamo il testimone da te, sta mettere in pratica tutta la cura, professionalità e convinzione che hai saputo trasmetterci, grazie!

Dedicheremo questo spazio del sito agli scritti per ricordarti, alle testimonianze di chi ha lavorato con te fianco a fianco nel corso di questi ultimi, faticosi, ma intensi anni.”

Marco Girardello


“Ciao Anto… ti scrivo l’ultima mail.

Sono Mattia, non ti scrivo per parlarti di lavoro, lo sai, in pausa non si parla di lavoro è la nostra regola. So che non potrai rispondermi, lì non hai i mezzi di comunicazione, lo so… qui procede come al solito, ti salutano tutti, ti immaginano, almeno ci provano… io ti ho conosciuta in un modo strano… ricordi?

Già sorridi non è vero?

Ero appena arrivato a Bollate e stavo facendo volontariato al maneggio, ti vedevo sempre, perché sei una fumatrice incallita: a proposito spero che lì ti diano le sigarette, o forse non senti più la necessità, chi lo sa… tu fumavi, mi sorridevi perché ti piacciono i cavalli, eri così educata e io ricambiavo, ti avevo scambiato per una detenuta, ricordo la tua risata quando te l’ho detto.

Poi ho iniziato ad andare a scuola e poco dopo mi iscrissi al bando per bee.4.

4 anni fa avevo 22 anni, arrivai e ti trovai seduta in quella stanza.

Eri tu la responsabile e sceglievi chi prenderti in “squadra” e ti impuntavi parecchio quando ti piaceva qualcuno.

Così mi presentai con la mia sincerità che tu apprezzasti: “Ho 22 anni, sono entrato a 19, non ho esperienze lavorative, o almeno ne ho poche, ho una condanna all’ergastolo se mi doveste assumere metterò tutto l’impegno e dò la mia disponibilità quando ce ne sarà bisogno”.

Così mi allungasti la tua mano, e dopo un anno firmai il contratto a tempo indeterminato e mi facesti Senior, con tante di responsabilità.

Sul lavoro eri anche una rompi scatole, ma ovviamente non parliamo di lavoro, ma la tua ribellione si faceva sentire, a casa tua papà era un soldato e anche tu sul lavoro lo eri, a volte.

Avevo lasciato la scuola senza dirtelo per impegnarmi sul lavoro, mi affiancasti a Roberto e con il suo aiuto mi hai fatto imparare molte cose.

Dopo un po’ mi chiedesti della scuola, ti dissi il perché, e mi spiazzasti, mi avevi espressamente detto se fossi scemo a lasciare la scuola, che potevo fare entrambe le cose che per te non c’era nessun tipo di problema che anzi dovevo riscrivermi, ma la cultura doveva venire prima di tutto, e così quest’anno eri felice che alla fine mi fossi diplomato…

Quante risate che ci siamo fatti, quante mangiate, a volte di nascosto perché gli agenti non volevano che portassimo del cibo e a volte ti prendevi la colpa e io che dicevo che era colpa mia.

Le sane litigate con tanto di muso, che mi portavi, sì perché sai essere proprio una mocciosa, devo dirtelo ed è inutile che da lì mi guardi così è la verità. Ma il tuo sorriso, il tuo pensiero filosofico, non si  facevano influenzare dalle avversità della vita, un banale incidente domestico ti aveva distrutto fisicamente, ma sei forte, non solo fragile, sapevi rispondere alle difficoltà, e questo covid che ti faceva stare a casa che forse era più forte della tua malattia, delle tue pastiglie.

Ricordo tutto Anto, come potrei dimenticarlo?

Hai percorso con me un pezzo di vita, mi spiace che non potrò mantenere le promesse in questa vita, dovevamo mangiare insieme fuori dalle mura, e in un mio futuro permesso dovevamo andare al mare da me in Puglia.

Non fa nulla, quando guarderò quelle terre e mi immergerò nelle acque pugliesi ti penserò, alzerò qualsiasi bevanda e ti dedicherò un pensiero con estrema felicità…

Grazie per gli insegnamenti Anto e per i sorrisi… come sai non sono un mondano… penso come te, sempre fuori dagli schemi, nessuno ti vede, ma io sì…

Ti sei ritrovata in un prato immenso, bello vero? Ti sei guardata con incredulità, non eri più magra e sofferta, eri giovane e bella come non mai, ti sei fatta trasportare dal vento e dal profumo dei fiori, cercavi i tuoi gatti, e i due bambini non c’erano, come eri stranita… 

In lontananza hai visto un caseggiato molto bello, ti sei fatta trasportare e pian piano ti sei avvicinata, so quanto ti piace la cucina, sentisti un profumo e ti venne l’acquolina, ultimamente avevi perso l’appetito, ti sentivi così strana a sentire quella fame…

Era tanto tempo che non provavi una fame così, vero? Sei entrata in questo caseggiato grandissimo, sentivi brusii in lontananza e un po’ più vicino c’era un uomo molto bello, vestito bene, si era staccato dal gruppo di persone. Man mano che ti avvicinavi intravedevi la sua sagoma, era vestito bene come al tempo, era da molto tempo che non lo vedevi vero? E così ti sono uscite le lacrime dal tuo viso giovane, che carina che sei!

Era lui, quel dottore che ti ha fatto perdere la testa tanto tempo fa, quello che pensavi sempre in questi anni senza di lui. Dopo di lui niente più uomini, faceva parte della tua ribellione contro la “vita” e le sue ingiustizie.

E così ti sei trovata a faccia a faccia con il tuo Carlo, bello come il sole.

Visto? Cosa ti dicevo io? Ti ha detto che ti stava aspettando, ti ha preso per mano ti ha indicato gli amici, ti ha abbracciato e baciato, e sussurrato parole, ti ha portato con sé, ti ha preparato un bel pranzetto…

Non ti stupire se so tutto ma è così che doveva essere, è così che doveva andare, goditi tutta la tua nuova vita e saluta Carlo da parte nostra e mia, porta un pezzo di galera, quella che ti ha fatto sorridere, anche nei momenti più particolari della tua vita, ma oggi basta introspezioni o malinconie, è la tua festa!!

Buon Natale! E un felice anno, adesso insieme al tuo amato Carlo starai al sicuro, nelle sue braccia sarai al sicuro come in un tempo per te lontano…

Buona seconda vita Antonellina. Noi non piangeremo, non abbiamo alcol ma festeggeremo per te, un abbraccio da tutti noi!

Una promessa voglio fartela ancora: quando arrivava Natale qualche giorno prima mettevi due canzoni a tutto volume, rido al pensiero.

Ricordo che gli agenti di polizia ogni anno ti guardavano come se tu fossi impazzita. Quindi quest’anno le tue due canzoni, una di Antonello Venditti “Grazie Roma” perché eri legatissima a Roma e “Felis a Vita” le mettiamo noi per festeggiare la tua nuova vita…

Buon viaggio Lella, ci mancherai…”

Mattia


“Cara Antonella,

è stato bello conoscerti e parlare con te quasi tutti i giorni e per più di dieci anni. Eri un’ottima compagnia del mattino quando ci incontravamo in metro alle 6 e 30 intirizzite dall’ inverno nebbioso e freddo.

Sei sempre stata tanto disponibile e apprezzata da tutti per il tuo modo cortese e affabile, per la tua dolcezza. Mi parlavi dei tuoi gatti, della tua famiglia, del tuo passato lontano e di come avresti trascorso i tuoi giorni di festa.

Mi è dispiaciuto molto non averti più rivista. Ho sempre pensato che ti avrei chiamata ma ho ritardato troppo. Ti ricorderò sempre. Fai buon viaggio.”

Cosima Buccoliero


“Per quanto riguarda il mio percorso con bee.4 la signora Antonella è stata un punto per me molto importante, è stato il mio riferimento.

Posso dire oggi che mi ha insegnato a lavorare, cosa che non avevo mai fatto nella mia vita, e non parlo solo per la mia mansione… ma parlo di rispetto degli orari, rispetto delle persone, rispetto del posto, rispetto della cooperativa.

Qualsiasi cosa che riguarda il lavoro lei è stata in grado di trafiggere la mia corazza con semplicità e rispetto a volte anche con parole molte dirette.. e a pensarci oggi quando si arrabbiava mi viene da sorridere.

GRAZIE ANTONELLA!”

Gabriele


“Un’amica è per sempre e tu per me lo sei stata, anzi oggi più che mai, oggi che non ascolti più le mie lamentele al telefono e io le tue, oggi che le nostre vite sono cambiate.

Sarai per sempre nel mio cuore.

Sai, amica mia, un tempo non pensavo che ci saremmo allontanati così presto, mi ricordo il periodo che sono stato male e tu eri sempre disponibile e cercavi di consolarmi facendomi ridere. Era il tuo modo per farmi passare quel momento difficile.

Mi ricordo quando mi insegnavi i segreti degli spaghetti all’ amatriciana.

Un tempo davo per scontato che saremmo stati assieme per molti anni, che avresti conosciuto la mia compagna. Quel tempo purtroppo è passato e mi ritrovo qui a pensarti e a scriverti, a immaginarti tra gli angeli e a sperare che lì tu possa trovare la pace.

Ti voglio bene”

Alain


“Quando Marco mi ha scritto che eri mancata sono rimasta di pietra. In questo anno tormentato per tanti motivi, non mi sento poetica nei confronti della morte. Sento rabbia e sconforto per la tua vita andata.

Poi come ho imparato a fare, vado a fondo dei ricordi. Ho in mente i tuoi ultimi abbracci quando sono venuta in carcere, il tuo sguardo fiducioso e il tuo sorriso dolce. Ricordo anche in aula, che a un certo punto avevi detto, con il tuo modo delicato, che avevi dolore e che ti saresti alzata.

Eri delicata e resiliente, dolce e resistente.

E un po’ della tua dolcezza e della tua delicatezza mi arriva dritta al cuore.

Grazie Antonella”

Valentina Serri