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I nostri valori

“Uomini di Mare”. Il racconto di Max

Non voglio discriminare tutta quella parte di umanità, che per circostanze di vita o per occasioni mancate, ha eluso dall’esistenza, il suo rapporto con il mare. Il Mare è innanzitutto uno stato d’animo, un’inclinazione emotiva, una vocazione congenita alla propria natura. Si può essere uomini o donne di mare, anche restando una vita intera sulla terra, poiché l’esperienza è, a volte, più debole e meno avventurosa di un anelito interiore e di tutto ciò che esso può determinare nella vita solo pensata e immaginata.

Chi sono dunque gli uomini di mare?

Ne ho incontrato qualcuno nel corso degli anni, e mi sono fatto un’idea di cosa intendo quando penso a un uomo di mare. Penso a un essere che nel volto esprima bellezza e tormento, penso a una voce capace di note profonde come di smisurati silenzi, penso a una disposizione del vivere che, come direbbe Benedetto Croce, sia l’unione del tumulto e della calma, dell’impulso passionale e della mente. Penso, tuttavia, ad un essere in qualche modo eletto, la cui anima sia solcata dalla scia di una eterna ribellione, da un moto di vitale tensione.

E immagino che un uomo di mare, navighi tra i suoi giorni e le sue notti cercando approdo nell’arcipelago dei sentimenti estremi e contrapposti, e sfugga sempre agli ancoraggi definitivi e irrevocabili.

Gli uomini di mare a cui penso hanno dentro di sé cieli azzurri e tersi, sopra mari in burrasca. Cercano lagune radiose, tra scogliere battute dal vento, riescono a costruire castelli di sabbia, su una riva saccheggiata dalle onde dell’oceano. Vivono, insomma in quella selvaggia sponda della vita, dove l’istinto e la ragione si combattono, in un abbraccio inestricabile. Gli uomini di mare che vorrei incontrare, hanno nei pensieri il respiro degli spazzi sterminati, la perturbabilità delle emozioni, l’impeto di un’onda e la sua stessa resa. 

Agli uomini di Mare vorrei che il mare stesso avesse detto che quella solare superfice non è che l’altra faccia della sua profondità e che la calma di vento segue alla tempesta. Vorrei che dicesse loro di come ogni ombra disegni l’esatto profilo del sole, come ogni bagliore di felicità sia l’immersione del sottofondo di un dolore.

Negli uomini di mare le rare volte che li incontri, incroci quello sguardo impenetrabile, di chi negli occhi riflette sempre un punto di fuga più lontano e uno sguardo benevolo e fuggente; in quegli occhi a guardar bene, vibra la luce di una ricca infatuazione per la libertà. Gli uomini di Mare che ho conosciuto e visto hanno sempre qualcosa di tutto ciò che ho scritto: li attraversa una corrente, li lambisce un’illusione, li tiene in vita un orizzonte.

Nessuno di essi ha l’animo legato ad un ormeggio, il cuore fermo in un porto e una rotta già scritta sulla carta. Per tutti loro il mare, mi è sembrato di capire, è la terra di una vita promessa, il ricordo di una libertà negata, il risveglio di una libertà sognata. O più semplicemente, l’aspirazione ad una vita che viva, sopra le righe, sopra le onde, sopra le ore e i giorni.

PURA VIDA 

Max