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Storie di vita

Una luce nella tempesta – Testimonianza di Reda

Buon pomeriggio a tutti, benvenuti nel nostro piccolo mondo che fa parte dello stesso mondo che tutti viviamo.

Mi presento mi chiamo Reda e sono nato in Algeria.

In Algeria, ero un fotografo, con oltre 5 anni di esperienza nel campo dello sviluppo di foto; la fotografia è stato il mio hobby fin da adolescente, ora tutto è diventato digitale e ormai mi sento parte della vecchia scuola.

Ho lasciato il mio paese e sono andato in Francia circa 22 anni fa, sono partito per cercare una vita migliore è stata una bella esperienza di vita e allo stesso tempo è stata la decisione peggiore che io abbia mai preso.

Quando sono stato in Francia, ho iniziato a frequentare compagnie sbagliate e ho iniziato l’uso di droghe. Di conseguenza ho commesso dei reati.

Non mi sono reso conto al momento dell’effetto negativo; ero giovane.

Ho fatto i miei errori, sono qui per pagare il mio debito verso la società.

Sono stato trasferito nel Carcere di Bollate per completare la mia pena e ottenere la mia iscrizione all’Università degli Studi di Milano.

Il carcere di Bollate non è come gli altri, offre la possibilità di studiare, lavorare, avere una vita con più dignità, ho trovato l’opportunità non solo dell’università, ma anche Cisco Academy: per me è stata una sfida affascinante, dopo due anni di sacrifici ho ottenuto il mio primo certificato di CCNA (Cisco certified network associate); l’obiettivo di questo corso è quello di introdurti ai concetti e alle tecnologie fondamentali del networking, e nel frattempo lavoravo per Bee4 come Backoffice per Wind 3.

Niente può tirarmi fuori da tutto questo ormai, mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli.

Circa un’anno fa, sono venuti Marco e Francesco e mi hanno parlato di Sielte Italia; mi hanno spiegato che è una grande azienda di infrastrutture digitali e telecomunicazioni in tutto il paese, così abbiamo iniziato una collaborazione con loro.

Le aziende hanno bisogno di persone con forti capacità di risoluzione dei problemi di rete e l’unico modo per acquisire queste competenze è attraverso la formazione e l’esperienza pratica.

Quello che c’è di sorprendente in questo lavoro è che siamo detenuti, ma colleghiamo persone e imprese in tutto il paese e allo stesso tempo siamo disconnessi dalla società.

Questo lavoro ha cambiato la mia vita; so cosa vorrei fare e qual è il mio obiettivo, e la mia fiducia la trasmetto anche alla mia famiglia e oggi non mi preoccupo più del mio futuro.

Sono molto fortunato ad amare quello che faccio ogni giorno, sento che ora potrei aspirare a cose più grandi.

Sono molto grato a Pino, Marco e Francesco per avermi dato l’opportunità e la possibilità di lavorare fuori dalle mura del carcere, grazie a questo progetto posso andare ogni mattina a lavorare fuori e tornare a fine giornata.

Per me è il primo passo.

Grazie mille.