Grazie a questo lavoro di ricerca sul campo abbiamo acquisito significative chiavi interpretative riguardo al rapporto tra le attività di assistenza ai clienti ed il tema composito dell’inclusione sociale e lavorativa.
Volendo leggere tra le righe dei risultati si percepisce un diffuso interesse, misto a curiosità, rispetto a questa possibile articolazione.
A ciò però fa da contraltare una certa dose di prudenza, cautela derivante dal dubbio che alla prova dei fatti qualità e competitività dei servizi possano trovare riscontro all’interno di contesti complessi come il carcere.
Quello che risulta certo è che oggi i clienti si attendono molto da un servizio di customer care. Si attendono risposte rapide, competenti, risolutive ed in tempi brevi, potendo attivare il servizio in qualsiasi momento del giorno o della notte e contando su un numero vasto di punti di contatto.
In questo quadro ci pare che due fattori su tutti assumano un peso decisivo: il fattore umano da una parte e quello tecnologico dall’altra.
I clienti si attendono di essere supportati e di poter vivere un’esperienza positiva e gratificante in grado di mettere al centro le loro priorità e le loro problematiche. In altri termini, questo si sintetizza nella possibilità di contare su operatori professionalmente competenti e motivati, ispirati dalla “religione del cliente” e sulla disponibilità di soluzioni digitali in grado di estendere l’accessibilità al servizio e la sua capacità di interazione anche nei momenti più impensati.
Per quale ragione un’impresa, Pubblica o privata, dovrebbe approcciarsi al carcere quale luogo di fiducia per il soddisfacimento di proprie esigenze in termini di accesso a servizi di qualità?
Al netto di tutte le innovazioni che possiamo immaginare di introdurre l’impressione è che il fattore umano rappresenti ancora la pietra angolare di un servizio di successo.
L’esperienza di bee.4 all’interno del carcere di Bollate rappresenta un unicum nel suo genere ed è in grado di rendere evidente la praticabilità dell’ibridazione tra eccellenza dei servizi e logica inclusiva.
L’analisi dei dati di ricerca ci permetterà di far luce proprio si alcune di queste riflessioni partendo dal punto di vista di chi opera in questo settore, osservandolo vuoi dal lato di chi gestisce il servizio, vuoi da quello di chi si occupa di responsabilità sociale, vuoi da quello di chi gestisce un’impresa.
Readytochange è un progetto promosso da bee.4 e sostenuto da Fondazione Cariplo nel quadro del programma “Capacity building per il terzo settore”, con tutto il patrimonio di collaborazioni e sinergie che ne fanno parte integrante.
L’obiettivo è semplice e al tempo stesso sfidante:
concorrere a diffondere la paradigmatica esperienza di bee.4 a Bollate, sensibilizzando e stimolando nuove imprese a rivolgersi con interesse, curiosità e fiducia all’universo che vive al di là delle mura; costruire nuove collaborazioni professionali, offrendo alle imprese occasioni uniche per sperimentare il valore aggiunto del lavoro in carcere promosso da organizzazioni affidabili.