Il lavoro in carcere mi ha restituito aria di libertà.
Mi chiamo Giovanni Tartaglia nato a Livorno nel 1968, da circa tre anni svolgo la mia attività professionale alle dipendenze della Cooperativa Sociale bee.4, con prerogative di indagini di mercato nel settore dell’energia, telefonia e connettività.
Mi trovo a scrivere la presente non per raccontare la mia vita o le mie vicissitudini giudiziarie e tantomeno chi ero e cosa facevo. L’ingresso in un carcere è sempre un momento difficile per chiunque, quando sono entrato, peraltro da costituito, sapevo di dover lasciare fuori una parte di me, quella parte di razionalità fatta di vita quotidiana riempita da valori affettivi, umani; lasciavo a casa due bambini in lacrime che come fendenti mi hanno procurato delle ferite e cicatrici inguaribili.
Sapevo e pensavo che il carcere fosse un mondo all’interno di un mondo dove tutto sarebbe stato diverso, dove ogni cosa veniva messa in discussione, come le ragioni, la dignità, l’orgoglio, l’essere se stessi.
Questo è quello che pensavo e forse inizialmente è stato cosi, MA nella vita c’è sempre un MA. Il mio inizia da un bando di lavoro esposto nella bacheca di reparto.
Appresi con stupore che all’interno del carcere si potesse addirittura svolgere un lavoro al di fuori di quelli che istituzionalmente sono presenti nell’istituto. La cooperativa sociale bee.4 offriva questa possibilità e immediatamente presentai la mia candidatura. Sarà stata fortuna o qualcuno ha visto in me della capacità, sta di fatto che dopo vari colloqui e un periodo di prova fui assunto.
bee.4 non è una semplice cooperativa sociale, le prospettive vanno oltre l’immaginazione, ha uno scopo ben definito, una progettualità di coraggio, non penso che esista qualcosa di simile in Italia, nemmeno nell’ordinaria vita civile. Le mie possono sembrare frasi di circostanza ma mentirei se dicessi il contrario.
La vita carceraria è astratta, non potrà mai essere omogenea, la personalità di ogni detenuto rende difficile qualsiasi normale convivenza, forse perché forzata, forse perché non esiste una pianificazione tendente proprio a creare quella stabilità di comune fraintendimento collettivo.
bee.4 ha capito e creduto che i detenuti sono persone come tutti, con attitudini che per vari motivi non avevano quasi mai espresso. Il mio pensiero è reale è ciò che sto vivendo è frutto di quel lavoro soprattutto morale ed etico che bee.4 con la sua organizzazione ha reso possibile.
Non è un lavoro con un fine a sé stesso, non basta fare il compitino, ogni lavorazione è complessa ed è legata a procedure rigide imposte da società esterne importanti che hanno condiviso con convinzione il progetto della cooperativa.
La mia vita professionale con bee.4 è iniziata al call center occupandomi di dare telefonicamente assistenza ai clienti forniti di luce, gas e fibra internet con la società Europe Energy (Withu). con il passare del tempo acquisendo più esperienza venivo incaricato ad effettuare lavorazioni sempre più complesse come la gestione del credito.
Quando sembrava di essere arrivato ad un punto di stabilità professionale, mi capita l’impensabile, per me l’occasione della vita, i vertici di bee.4 mi convocano e mi propongono di partecipare ad un corso con la conosciutissima EOLO, società operante nel settore della connettività internet, ma soprattutto con un servizio internet nei paesi più remoti e dove nessun’ altro operatore di settore e mai risuscito a portare.
L’incarico (controllo qualità) era uno di quelli più importanti tanto che il solo corso è durato 4 mesi per 8 ore al giorno. Eolo è una grande società importante, costituita e diretta da persone che mi hanno davvero sorpreso non solo per la loro immane capacità professionale ma anche per il loro entusiasmo contagioso. Ho avuto l’onore di conoscere il fondatore Dott. Spada e con lui i collaboratori più stretti, compresi i miei insegnanti con i quali si è instaurato uno stupendo rapporto umano e professionale, aperti al confronto con la giusta dose di severità, cosi come deve essere.
Non pensavo che una Società di questa portata in fondo si basava su canoni familiari, fatti di dialogo, ascolto, anche fuori dall’ambito lavorativo, questo è stato per me molto importante, come lo staff del training quality di cui ora faccio parte con orgoglio, sono eccezionali per tanti motivi. Vorrei fare i nomi di ognuno di loro ma non è importante, loro sanno benissimo cosa penso.
Questo percorso professionale ha però una prospettiva incredibile, il nostro rapporto lavorativo verosimilmente continuerà anche dopo la detenzione e questo significa tutto per un uomo ma soprattutto per me e per il mio passato.
Ora dovrei chiudere questa lettera con i classici ringraziamenti a tutti i vertici e collaboratori di bee.4, ma questa volta non lo farò, sarebbe troppo semplicistico e riduttivo. La gratitudine e il rispetto sono uno di quei valori che come ho scritto inizialmente avevo lasciato fuori da qui e invece mi sbagliavo.
Non esistono aggettivi appropriati in tal senso ma questa opportunità non solo professionale, di esternazione dal mondo carcerario, mi ha regalato un respiro d’aria … aria di libertà!
Gianni